Descrizione
Sul finire del VI secolo, Bertoldo “un villan di sì difforme aspetto, che più d’orso che d’uomo avea figura; ma di tant’alto e nobile intelletto, che stupir fece il mondo e la natura”, scese dalla montagna veronese e divenne consigliere del re longobardo Alboino nella sua residenza di Verona. Divenne famoso per le sue “sottilissime astuzie” e le “piacevoli e ridicolose semplicità” del figlio Bertoldino. Morì avvelenato dalla raffinatezza della cucina di corte per non aver potuto mangiare rape e fagioli.
Se un simile personaggio (che ha ispirato perfino un’opera lirica e ben tre film, l’ultimo, nel 1984, del regista Monicelli), non fosse esistito che nell’opera fortunatissima e popolare di quella specie di cantastorie che fu Giulio Cesare Croce, nei primi anni del Seicento, nessuna zona più della Lessinia centrale potrebbe pretendere d’avergli dato i natali. Poco sopra Roveré Veronese, nella zona Fondi di Pàrparo, esistono infatti el prà de Bertoldo, la croce de Bertoldo, el posso de Bertoldo e le fondamenta della casa di Bertoldo. Attilio Benetti, studioso della montagna veronese, ricorda come la nonna glieli indicasse e come vi venissero accompagnati in visita i turisti.
Ma così non è, e mettersi sulle tracce di Bertoldo non è che un insolito pretesto per una tranquilla passeggiata autunnale lungo il tratto lessinico del Sentiero Europeo E5, da Maregge ai Pàrpari. Lungo il percorso il bel complesso architettonico degli Spiazzòi: due stalle, la chiesetta del 1855 e l’osteria che porta la data del 1820. Veniva lasciata aperta d’inverno, anche se l’oste non c’era, per dare possibilità di rifugio ai viandanti sorpresi dal maltempo.