Descrizione
La strada cui fa riferimento la nota canzone, ispirata al sacrificio degli Alpini sul Pasubio nel corso della grande guerra (su testo di Carlo Gemignani e musica del maestro Bepi De Marzi), è verosimilmente quella realizzata in sei mesi di duro lavoro, dal marzo al dicembre 1917, da un’intera Compagnia di minatori della 1^ Armata e sei centurie di lavoratori. Grandiosa opera di ingegneria militare, unica nel suo genere, la strada è un’ampia mulattiera, lunga poco più di sei chilometri, di cui più di un terzo distribuito su 52 gallerie, che incide e trafora appicchi e burroni del tormentato versante sud-ovest del Pasubio. Costruita per consentire, in qualsiasi stagione e fuori dal tiro dell’artiglieria austriaca, il rifornimento delle truppe italiane attestate sull’acrocoro sommitale, è itinerario di grande interesse storico, ma anche di grande fascino ambientale e paesaggistico. Mai però si dovrebbe dimenticare che è forse il monumento più significativo a quell’immane, feroce e insensata guerra di gallerie, mine e contromine che fu la grande guerra sulle nostre montagne: sulla cima del Monte Pasubio, sotto i Denti ghe xè ‘na miniera, son gli alpini che scava e spera, di ritornare a trovar l’amor…