Descrizione
A guardarlo dalla Val Zebrù, che domina con la sua mole imponente, il Monte Zebrù, contraddistinto da due cime di quasi uguale altezza e da un’alta parete rocciosa contornata di ghiacci, si presenta come una montagna poderosa. Malgrado ciò soffre un po’ la vicinanza dei suoi due più alti e famosi vicini, da un lato l’Ortles e dall’altro il Gran Zebrù. Addirittura alcune carte lo indicano come il “Piccolo” Zebrù. Così anche la frequentazione finisce per risentirne un po’. Poco male, la salita è divertente e non troppo difficile, la valle di accesso tra le più belle e intatte di tutto il Parco Nazionale dello Stelvio e gli scorci, che dalla cima si aprono sulle montagne circostanti, del tutto inusuali e grandiosi.
L’esotico nome Zebrùderiverebbe forse dal latino super, cioè sopra, più in alto, oppure dalle radici celtiche se (anima) e brugh (rocca): quindi, “Rocca delle anime”. Ma c’è anche una leggenda che narra di un amore infelice, di una vita da eremita e d’una scritta “Joan(nes) Zebru(sius) a.d. MCCVII" che sarebbe ancor oggi visibile, incisa su un masso al limite inferiore del Ghiacciaio della Miniera. Mah!