Descrizione
Montagna famosa, dall’aspetto apparentemente insignificante, ma legata come nessun’altra alle vicende della Grande Guerra. La cima è piatta, desolata, arida. Non vi sono sorgenti, un leggero rivestimento d’erba nasconde appena lo scheletro roccioso del monte. Su questa breve landa, in uno spazio limitatissimo, si fronteggiarono accanitamente per tutta la durata del conflitto nelle Dolomiti (maggio 1915-novembre 1917) le migliori unità di montagna dei due eserciti. Fu guerra di logoramento, di posizione, con trincee ravvicinate, intensi bombardamenti e scontri continui. Per molti versi simile a quella del Pasubio. Vi persero la vita 14.000 giovani. Già alla fine dell’Ottocento il Monte Piana era conosciuto tra i turisti per il grandioso panorama circolare che può offrire, dai Cadini al Cristallo, dal Sorapiss al Dürrenstein. Unica e semplicemente stupenda la vista ravvicinata sui vertiginosi appicchi settentrionali delle Cime di Lavaredo. Difficile però rimanere indifferenti, pur a cent’anni di distanza, alle testimonianze, ovunque presenti, di tante inutili e assurde sofferenze. Uno sconosciuto capitano austriaco scrisse nel suo diario “Questo monte è stato a ragione battezzato dagli italiani “Monte Pianto”. Tanto sangue è già costato e tanto ne costerà ancora che non so proprio se il suo possesso possa giustificare un così grande sacrificio e per noi e per loro…”