Descrizione
Quando il primo settembre del 1358 Bonifacio Rotario d’Asti giunse sulla vetta del Rocciamelone, per deporvi un piccolo trittico in bronzo raffigurante la Vergine, era probabilmente convinto di essere arrivato sulla cima più alta delle Alpi. Sembra che questa fosse opinione abbastanza diffusa all’epoca e fosse in ogni caso la convinzione che l’aveva spinto a salire la montagna (quasi 450 anni prima della prima al Monte Bianco!), e adempiere così a un voto fatto mentre era in Terrasanta, prigioniero dei Mori. Forse non fu la prima salita in assoluto, perché il Rocciamelone conserva tracce di una venerazione e una frequentazione che risalgono a tempi antichissimi. Il nome stesso, un po’ buffo nella versione moderna, da un originario Roc Malè, indicherebbe, secondo l’interpretazione corrente, la “montagna del sacrificio”. Non è la montagna più alta delle Alpi, ma è la più alta della Val di Susa e una delle maggiori delle Alpi Graie meridionali. Dalla sua cima lo sguardo abbraccia quasi tutto l’arco alpino occidentale.
Approfitteremo del viaggio in Val di Susa per salire a quello straordinario monumento che è la Sacra di San Michele. La si può raggiungere con una lunga, ma non difficile via ferrata o, più agevolmente, percorrendo un’antichissima e comoda mulattiera selciata.