COL NUDO (m 2471)

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Descrizione

Un’evidente, regolare ed arcuata cresta erbosa, tesa tra il Monte Dolàda e il Col Nudo, chiude a settentrione l’orizzonte della conca dell’Alpàgo. La traccia che la percorre, sempre sul filo del crinale, regala un itinerario veramente spettacolare, aereo e con qualche tratto esposto, ma non difficile. Lo scorcio d’infilata sulla verde cresta contro lo sfondo delle bianchissime ghiaie e lastronate del Col Nudo si presenta stupendo fin dalla partenza, poco sopra il Rifugio Dolomieu. Da solo basterebbe a giustificare l’escursione. Ma in programma c’è anche la salita al Col Nudo, la più alta delle cime di questo settore delle Dolomti d’oltre Piave. E merita raggiungerla sia per le viste che regala sulle Dolomiti, la Laguna, la pianura e gran parte delle montagne venete, e sia per i sensazionali affacci sugli abissi delle sue pareti settentrionale e orientale. L’escursione, non difficile, richiede però fermezza di piede e un minimo di esperienza. Va da sé che esige anche condizioni meteo favorevoli e soprattutto stabili perché, sebbene in seguito non sia più stato ripreso, il nome con cui si indicava il Col Nudo in una carta di metà Ottocento era Vetta di Prà di Maltempo.

Dettagli gita

16/06/2012
Escursionistica
dal Rif. Dolomieu al Dolada, raggiunto per stradina da Pieve d’Alpago.
Andrea De Togni
EE (Escursionistica esperti)
ore 8; m 1200